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albero resiliente, Montevecchia (LC)

Il Cerchio delle mamme e dei papà, Montevecchia 2021-2022

Quest’anno il Cerchio delle mamme e dei papà a Montevecchia ha lavorato sulle PAROLE. Parole sulle quali soffermarsi per riflettere, per trovare nuovi significati, per mettere insieme esperienze personali e relazioni. Il metodo è quello che appartiene ad Astrid: l’ascolto proprio e altrui (“prendo atto che per l’altro è così”) senza traccia di giudizio, nell’accoglienza dei vissuti che porto e della storia dell’altro. Questo passaggio permette di alleggerirsi del troppo, di fare pulizia della mente, di stare fermi su ciò che si osserva. In questo numero di Qui Montevecchia presentiamo il sunto delle prime quattro parole sulle quali si è lavorato. GIOCO, come bisogno primario di sperimentarsi e di vivere la relazione con l’altro. Gioco come espressione di affettività, prova generale per imparare a vivere la propria vita con creatività e armonia. Fin da piccoli il gioco ci insegna il nostro valore personale e sociale. “Mettersi in gioco” è sapersi prendere delle responsabilità, fare i conti con il vivere, utilizzare l’allegria e la leggerezza per risolvere questioni serie. PASSATO, si è riflettuto sul fatto che spesso c’è chi non vuole o non riesce a fare i conti con il passato, lo dimentica oppure lo congela. Queste dinamiche complicano le relazioni con se stessi e con gli altri. Dimenticare il passato porta a vivere la vita presente, muovendosi tra cicatrici e ferite sempre pronte a riattivarsi. Congelare il passato impedisce di ascoltare i trascorsi felici propri e degli altri: di esserne toccati interiormente. È utile considerare il passato, sapere le convinzioni che ci ha lasciato, darci la possibilità di modificarle se necessario e poter vivere un presente più appagante. ATTACCO, come risposta all’essersi sentiti vulnerabili, nel bisogno di difendersi. In esso si sente l’ingiustizia, la solitudine, la vergogna, il non essere degni e si può reagire con rabbia se ci si sente impotenti, oppure con il pianto quando si libera la pressione che ci si sente addosso. “Attaccare” è anche tenere insieme, ancorarsi: ciò permette di ascoltare e di gestire in modo diverso le situazioni, per esempio il conflitto. In ultimo VALORE, come consapevolezza di essere considerati, visti, amati dal proprio genitore in primis e poi, per estensione, da ciò che è esterno alla famiglia. Il valore è dinamico, vive nella relazione ed è nutrito da lealtà, fiducia e condivisione. Le interferenze esterne e le manipolazioni possono modificare il senso del proprio valore: l’essere amati e il saper amare. È legato alla propria identità e alla crescita personale. Il valore va nutrito, necessita di cure: per la salute, nella famiglia, gli affetti, la natura… Gli incontri del Cerchio delle mamme e dei papà di Marzo – Aprile – Maggio 2022, hanno dato seguito a quanto iniziato a novembre 2021. Sono state prese in considerazione sei parole, scelte dai partecipanti al Cerchio e poi accoppiate a due a due, secondo criteri di reciprocità e convergenza. RESILIENZA – AIUTO Resilienza. In musica è la danza della margherita che impara a piegarsi senza spezzarsi, come racconta Davide Van De Sfroos in “Sciamano”. Resilienza, come l’immagine del tronco spezzato di un albero che con un piccolissimo lembo di corteccia integra, riesce comunque a svolgere tutte le sue funzioni. Come dire: resto in equilibrio nella difficoltà, creo connessioni e attivo potenzialità, anche fino ad ora sconosciute, per aiutare me stesso e l’altro e permettere l’evoluzione necessaria della situazione. È l’azione d’aiuto del genitore quando il figlio/a è in difficoltà . ATTESA – SOGNO Il sogno è uno spazio di creazione; è una visione del futuro che si vive passo dopo passo. L’attesa è uno dei tempi del sogno, poiché esso ha dei tempi: del progetto, dell’attesa e della realizzazione. I tempi del progetto spesso sono in accelerazione e sono accompagnati da speranza, fiducia, creatività. I tempi dell’attesa portano la sospensione necessaria affinché le risposte si possano allineare e ordinare. Spesso sono accompagnati dal sentirsi impreparati, impotenti, ostacolati. Chiedono di riconoscere le rigidità per dare elasticità. I tempi della realizzazione sono l’esito del progetto e dell’attesa, nel loro creativo divenire. Portano la soddisfazione di riconoscersi nel percorso fatto. Diverso è il sogno onirico, e il sogno come “desideri chiusi in fondo al cuor”. Entrambi chiedono di essere accettati e magari decodificati. Guardati nel loro costruirsi, lasciarsi stupire da ciò che vi si può trovare, chiedono di osare a fidarsi delle potenzialità fino al momento sconosciute. Il sogno non è una realtà parallela, potrebbe confondersi con una predizione del futuro o con la fuga dalla scomodità della realtà che si vive. Sogno è ciò che si vive con consapevolezza , è dialogo con la concretezza, con l’intuito e la creatività. Metodi e tecniche possono essere strumento e supporto, ma il sogno procede nel guardare ciò che c’è, nel vedere ciò che funziona nel tutto che non funziona; procede nel volere bene a sé, alle cose, alla vita in ogni sua forma. IMPEGNO – RIPETIZIONE L’impegno è sia il perseguire uno scopo e sia, nello stesso tempo, il contrastare ciò che impedisce di giungere a tale scopo. Si ripete per imparare e per trovare conferma alla validità dell’ impegno e dello scopo che si perseguono. Gli alberi ripetono il loro ciclo con impegno rispondendo alla propria funzione. Si ripetono i movimenti dell’universo, i tempi della giornata, i ritmi della natura, i comportamenti degli animali, le risposte dell’uomo di fronte alle sollecitazioni. Ripetizione è la richiesta del bambino di sentirsi raccontare sempre la stessa storia perché conoscerne già lo sviluppo e la conclusione è rassicurante. Ma anche, è la domanda ripetuta sempre uguale, perché la risposta che si ottiene non soddisfa, si è alla ricerca di una risposta diversa. Si ripete la richiesta del regalo per essere confermati del proprio valore: che si è visti, si è amati. Il bambino vuole sentirselo dire e ripetere. Della conferma di essere amati non si è mai sazi. È una convinzione che continuamente va riassestata per le differenti situazioni che si vivono ed incontri che si fanno, per le esperienze avute su cui si riflette, per l’età che cambia. Il bambino ha bisogno di ripetere per imparare, l’adulto può modificare il ripetere delle sue reazioni quando sa cambiare lo sguardo sulle cose e le relazioni. Questo è l’adulto che vive la vita con impegno.