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L’importanza della relazione figlio-genitore omologo per favorire il benessere del bambino all’interno della scuola materna
illustrazione di Maria Marta Bertolio

L’importanza della relazione figlio-genitore omologo per favorire il benessere del bambino all’interno della scuola materna

di Maria Casiraghi (socia A.ST.RI.D. psicologa iscritta all’Albo)

Giornata studio – Nuovi percorsi formativi, lavorativi e salutisti per una società nuova
Villanova di Guidonia, 13 aprile 2002

La relazione figlio-genitore omologo, secondo il metodo di analisi psicologica e di ricerca operativa CIRSOPE 

Lessere umano da solo è unastrazione… Il rapporto primario è quindi la sorgente della sicurezza di base, ma è anche una fonte di esperienze emotive insostituibile. Attingere a questa fonte, significa disporre di unesperienza che nel genitore omologo si è raccolta, tramandata dalla notte dei tempi, per generazioni e generazioni…   
(
Dottor Vittorio Volpi )

Con il proprio genitore omologo il rapporto è di natura simbiotica, vale a dire senza mediazioni, ciascuno con le proprie caratteristiche. Eil solo rapporto allinterno del quale, per motivi naturali e non per ragioni di opportunità o di principio, ognuno ha pari dignità…

I rapporti secondari sono quelli sui quali si costruisce il ruolo sociale di ciascuno, e sono caratterizzati dalla funzionalità economica. Al loro interno, infatti, dominano le ben note leggi del mercato( concorrenza, domanda e offerta, convenienza, competizione): sono infatti rapporti che si acquistano, scegliendoli, sia accettando o rifiutando gli altri, sia proponendoci, a nostra volta, secondo quei canoni che riteniamo accettabili da parte delle persone che interessano a noi.

A differenza dellidentità personale, consistente nella consapevolezza di chi siamo per coloro che amiamo e ci amano”, il ruolo sociale corrisponde a quello professionale”, a ciò che sappiamo fare” di utile, di vendibile, di apprezzabile nel contesto extrafamiliare; si tratta cioè dellassunzione di un modello sociale” significativo, non necessariamente approvato, anche se giustamente, laspirazione di tutti sia di averne uno il più apprezzato possibile.

“…..  I risultati dellattività di ricerca operativa intorno a questo metodo, applicato poi anche alla formazione di analisti psicologi e di operatori delleducazione, hanno mostrato che il fondamento del proprio senso di identità ha strettamente a che fare con il rapporto con il genitore omologo. Questo rapporto ha immense potenzialità terapeutiche : in condizioni opportune, e non strettamente cliniche, se ne viene ogni giorno documentata lefficacia.

Si è riscontrata una tendenza” a rifarsi a questo rapporto in ogni situazione di cambiamento o di crisi dellidentità.

Il rapporto con questo genitore, essendo al fondamento dellidentità sessuata, è punto di riferimento che non si può eludere.

La consapevolezza di questa realtà, presente nello sviluppo umano, modifica la comprensione dei processi di crescita e di emancipazione. Lo sviluppo delle potenzialità di ogni essere umano può essere più armonico e sereno, più “naturale”, se si permette alla simbiosi psicologica col genitore omologo di svolgere il proprio compito educativo, anziché intervenire secondo direttive esterne.Per non trasformare inutilmente ogni intenzione educativa in una forzatura o in unoperazione di recupero di qualcosa che assomigli alla simbiosi psicologica primaria ( interferenza) occorre ripensare audacemente il concetto stesso di educazione.“   (Dott.ssa Giovanna Camana )

La relazione figlio-genitore omologo garanzia per vivere bene la scuola e prevenire disagi psicologici e sociali

Il genitore sente la responsabilità di inserire il proprio figlio nel contesto sociale, perché ciò sancisce la normalità del figlio stesso ed è garanzia per il suo futuro, ma nel contempo il genitore si trova a mediare tra il vissuto del figlio e le richieste dellorganizzazione scolastica- sociale.

Già fin da prima dei tre anni e su larga scala, la scuola può intervenire con una funzione che risulta essere preventiva del disagio psico-affettivo e scolastico, a patto che si assuma, oltre alla funzione di far accedere il bambino ad un mondo più allargato rispetto a quello della famiglia, la funzione di aiutare il bambino a differenziare le varie relazioni che stabilisce, senza che luna sostituisca laltra. Il bambino integra solo gradualmente, nella propria esperienza il fatto che il legame  con i genitori è affettivo e dura per sempre, è il motivo stesso che lo lega alla vita, diverso dal legame con linsegnante che nasce da un ruolo codificato socialmente.

Ho constatato personalmente la confusione e i danni che insorgono quando linsegnante si propone come mamma”, o quando un educatore si propone come punto di riferimento per la crescita del bambino, oppure ancora, quando il genitore dà maggior credito ad un sapere professionale anteponendolo al proprio sentire emotivo.

Linsegnante deve essere entità a sé stante e non alternativa o surrogato della famiglia.

Il genitore deve essere il genitore.

Per il bambino è importante che anche a scuola sia tenuta viva in lui la capacità di attingere alla relazione damore con il genitore omologo, soprattutto quando il bambino sente questo rapporto  perso o lontano. Dargli questa costante conferma significa parimenti confermarlo nella sua identità di genere e collegarlo alle sua radici emotive : gli viene confermato di essere maschio o femmina in crescita per diventare uomo come il papà, donna come la mamma. Con questa chiarezza di sé può permettersi di aprirsi agli altri, alla diversità, agli apprendimenti, allinvestimento di sé e alla scuola. Riesce a vivere il confronto con adulti e coetanei, ad organizzarsi in ambienti nuovi adeguandosi alle regole, riesce ad investire in termini solidali. Come pure acquista quella chiarezza  di sé che gli permette di difendersi da tutte quelle interferenze che disturberebbero la fluidità della relazione con il genitore omologo, assecondando le quali, si troverebbe ad assumere atteggiamenti e comportamenti di tipo compensatorio e di contrapposizione, in famiglia e fuori.

Quando un bambino manca di questo riferimento affettivo chiaro, infatti, va alla ricerca di figure sostitutive (il medico, linsegnante, loperatore socio-educativo, il genitore dellaltro sesso, un famigliare) le quali figure, se anche riuscissero ad ottenere dal bambino dedizione e simpatia, otterrebbero una dedizione e simpatia interessata, egoistica, seduttiva, o al contrario, otterrebbero un atteggiamento aggressivo e ribelle. In questo caso invece il genitore omologo, si sente tenuto a distanza dal figlio e senza nemmeno rendersene conto si lascia facilmente sostituire (dal coniuge, dai vari insegnanti, dagli amici, fino ad arrivare allesperto), ma in tal modo rinuncia a svolgere il proprio ruolo di punto di riferimento, insostituibile, unico, per lo sviluppo emotivo del figlio.

Questo spiega tanti  meccanismi che scatenano conflitti e mettono divisione tra gli adulti, tra coloro che si occupano del bambino, a partire dai due genitori.

Il malessere emotivo di un bambino, allinterno della coppia dei genitori, può diventare un elemento distruttivo del rapporto fra i genitori, così come nella scuola diventa elemento destabilizzante nel gruppo e nel rapporto scuola-famiglia.

In queste situazioni si tende a cercare il colpevole nel genitore o nellinsegnante, nella famiglia o nella scuola, senza  ricondurre alla causa vera che sta nel disagio psicologico del bambino.

 

Citazioni bibliografiche

Manuale di psicoanalisi del rapporto di coppia   Edito: Analisi Psicologica  di Vittorio Volpi ( ricercatore e fondatore del CIRSOPE , Centro Italiano di Ricerca Scientifica Operativa nella Psicanalisi e nell’Educazione, già prima: Centro Studi di Psicoterapia e Psicodinamica dell’Educazione) .

Appendice di Giovanna Camana (Centro di Ricerca Scientifica Operativa nella Psicanalisi e nell’Educazione) in Sentimenti a scuola di Maria Casiraghi , Carmen Greco, Elena Rovagnati, edizioni Il Biancospino